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Chat whatsapp con Guido Guinizzelli e Jacopo da Lentini

Classe II Liceo

Io (student* della II liceo a. s.  2023-2024): Ciao! Ho trovato questo gruppo whatsapp. 

Chi siete? Come vi chiamate?

Jacopo da Lentini: Io mi chiamo Jacopo.

Guido Giunizzelli: E io sono Guido, Guido Guinizzelli. 

Sono di Bologna.

Io: Jacopo, tu da dove vieni invece?


Jacopo da Lentini secondo Thea Lambrocchi


J: Vengo da Lentini!

Io: E dove sarebbe?

J: Si trova in Sicilia. Ma abito a Palermo, presso la corte di 

Federico II di Svevia, è qui che ha sede la scuola dei poeti 

siciliani.

Io: Affascinante la Sicilia! E Cosa fai nella vita?

J: Sono un notaio, ma posso definirmi anche un poeta, 

anche se non voglio darmi troppe arie…

Io: Incredibile! E di cosa parlano i tuoi componimenti?

J: Mi piace parlare d’amore, ho preso l’ispirazione dai 

poeti provenzali.

G: Anche io conosco tutte le loro opere!

J: E vi dirò di più…

Io: Cosa?

G: Cosa?

J: Sono io ad aver inventato il sonetto!

G: Anche io scrivo sonetti, ma compongo principalmente 

canzoni e adoro utilizzare le similitudini!

Io: Canzoni?

G: Sì! Sono componimenti più lunghi rispetto ai sonetti e 

le strofe si chiamano stanze, i versi sono endecasillabi e settenari. 

  La cosa migliore è che si recitano con un accompagnamento

  musicale!

Io: Da quanto tempo vi occupate di poesia?

J: Io dal XIII secolo.

G: Io invece dal XIV.

Io: Ah, però! Davvero tanto tempo!

G: Già! Io, tra le altre cose, sono considerato il 

padre del Dolce Stil Novo!

Io: Mi dice qualcosa… credo di aver letto di questo 

movimento nel canto XXIV del Purgatorio

Guido, anche tu vivi a corte?

G: Assolutamente no! Io abito a Bologna e non ho

alcuna intenzione di trasferirmi!

Io: Non ti incuriosisce neanche un po’ l’ambiente cortigiano?

G: In realtà, ho riflettuto a lungo sulla vita dei nobili, 

ma sono giunto alla conclusione che spesso la nobiltà di 

stirpe viene confusa con la vera nobiltà, quella d’animo. 

Gli aristocratici quindi si vantano spesso di una nobiltà che 

non ha alcun valore; è per questo che credo che la corte 

non sia un ambiente adatto a me.

Io: Vorrei anche sapere in che lingua scrivete, 

sono molto curioso!

J: In volgare ovviamente!

G: Anche io! Il latino non va più di moda da anni!

Io: Vi va di ricordami come si intitolano le vostre opere più famose? 

Ho un vuoto di memoria…

J: Beh, io sono l’autore di Amor è un desio che vien da core

e Io m’aggio posto in core a Dio servire.

G: Io invece sto lavorando ad un componimento!

Io: Wow! 

G: Si intitola Al cor gentil rempaira sempre amore.

Io: Non vedo l’ora di leggerlo! Sono sicuro che sarà talmente 

bello che le persone si ricorderanno di te anche fra mille anni.

Ho un’ultima domanda: Cos’è per voi l’amore?

J: Ah… che domanda…

Per me l’amore nasce, prima di tutto, da uno sguardo.

G: Io penso che l’amore possa scaturire solo da 

un cuore puro e nobile, diciamo gentile.

Io: E come si fa ad avere un cuore gentile? 

G: Allora, come prima cosa, non serve discendere da un 

stirpe aristocratica, ma bisogna avere un animo nobile, 

rispettare i principi dell’amore cortese; sottomettendosi alla 

dama, l’animo si nobiliterà, un po’ come succede con Dio.

Io: Quindi bisogna dedicarsi molto alla donna?

J: A questa domanda posso rispondere anche io: 

bisogna dedicarsi a lei al 100%, anche se lei è irraggiungibile, 

e allo stesso tempo essere buoni, onesti e coraggiosi.

Io: Ma scusate, Dio quindi cosa ne pensa?

J: La questione mi tormenta… Per me la donna è una 

figura molto importante perché dalla sua visione traggo

gran consolamento, però proprio non riesco a capire come 

posso amare la mia donna e Dio contemporaneamente.

G: In effetti è davvero una domanda difficile! 

In verità Dio non è contro l’amore profano, ma dobbiamo 

trovare il giusto equilibrio. 

Io, per esempio, avendo scritto un po’ di anni più tardi rispetto a 

Jacopo, sono riuscito a conciliare l’amore sacro e quello terreno!

Io: E come ci sei riuscito?

G: Semplice, rendendo la mia donna un angelo! 

È lei ad elevarmi a Dio. In sostanza, quando ami la donna 

stai amando Dio allo stesso tempo.

Io: Incredibile! Come ti è venuta in mente questa cosa?

G: Mah… non saprei di preciso. 

Probabilmente è stato il nuovo contesto sociale in cui vivo, 

che ha portato nuove ideologie e nuovi modi di pensare. 

J: Avete risolto il problema che ci ha sempre tormentati! 

Che bella idea, la donna che eleva l’uomo a Dio! 

Per me invece l’amore sacro e quello terreno sono due 

cose completamente diverse. Se devo essere sincero, però,  

la mia idea di amore mi pare più realistica…

G: Lo dici solo perché ha sempre vissuto a corte, 

circondato da belle dame! 

Meno male che Dio è misericordioso!


Realizzato da Jacopo Zoletto e dall'intelligenza artificiale


Io: Jacopo, Guido, grazie per la chiacchierata.

 Ci sentiamo presto!

J: Ciao, grazie a te!

G: A presto!

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